Forte Sperone

Sulla cima del monte Peralto possiamo ammirare le possenti strutture del Forte Sperone, raggiungibile con una repentina svolta a destra della rotabile, quasi in vetta al colle. Per la sua posizione predominante, era una delle più importanti fortificazioni della Piazza di Genova. Essa è localizzata nel punto d’unione dei due rami delle Mura Nuove. Questo “punto” d’incontro, situato proprio sulla vetta della collina, origina una particolare forma di bastione, dalla quale deriva il nome del Forte attuale, il quale sfrutta, in buona parte del perimetro, le murature seicentesche. Le prime notizie riguardanti una fortificazione ghibellina al Peralto, chiamata Bastia, risalgono al 1319. Mentre i guelfi, nella zona attualmente occupata dal complesso del Castellaccio, realizzavano, come già visto, una primitiva fortificazione, i ghibellini, nei pressi della cima del Peralto, “fecero una fortezza prima di legname e poi di pietre e di calcina, la qual fu domandata Bastia”. La posizione di quell’antica fortezza non è ben chiara; secondo alcune fonti, questa non era stata realizzata sulla vetta della collina, ma ad una quota inferiore. Un altro cenno riguardante l’antica fortezza, riguarda la somma di 7.400 lire stanziata dal Senato nel 1530, per una nuova Bastia al Peralto.

Un’ottocentesca raffigurazione grafica dell’antica fortificazione, pare derivata dalla riproduzione di un antico documento d’Archivio fino ad oggi non ancora rintracciato, rimanda a quella dell’odierno Forte. Secondo altre fonti, edificando le Mura Nuove, si assorbirono in esse le strutture della vecchia rocca.

Nel XVII secolo, dell’attuale Forte Sperone non esisteva nulla, ma era plausibilmente presente un posto di guardia. L ’area era cinta da 3 bastioni delle Nuove Mura. Solo a metà settecento, si cominciarono importanti lavori, che trasformeranno la “punta” delle Mura Nuove in un Forte autonomo. Durante l’assedio austriaco del 1747, si dispose l’erezione di un Cavaliere sul bastione nord, opera realizzata in gabbioni e che sarebbe venuta a trovarsi più alta rispetto le mura, aumentando così la potenza di fuoco del bastione stesso. Nel settembre dello stesso anno furono intrapresi i lavori per l’edificazione di un quartiere con tetto a falde e di una rampa in muratura per accedere al cavaliere.

Nel 1788, le strutture comprendevano un quartiere su due piani, provvisto di cisterna, sistemato parallelo al cavaliere, oltre a due altri piccoli quartieri sul bastione di levante. Verso la fine del settecento la caserma fu ampliata con l’inserimento di due corpi con tetto a falde, perpendicolari ad essa. Con l’inizio del XIX secolo, iniziarono quei grandi lavori che trasformeranno lentamente le “deboli” strutture settecentesche, in opere massicce e robuste. Il Forte, nel giro di 15 anni, assumerà l’aspetto che ancora oggi possiamo ammirare.

Nel Forte Begato erano destinati forni, vestiari, ospedali, il Commissariato di Guerra, munizioni, mentre altro munizionamento poteva essere collocato nelle casematte del Castellaccio, oltre all’approvvigionamento necessario dei pezzi d’Artiglieria, obici, mortai, bombe, affusti di ricambio, palle da cannone

Forte Sperone si articola su tre distinti livelli, collocati ad altitudini diverse. Nel primo, in cui si apre l’accesso principale, vi sono magazzini, cisterne e cucine; nel secondo (parallelo al primo) erano disposti uffici, camere dei graduati, cisterne e cucine; nel terzo, ricavato modificando la caserma settecentesca, si trovavano gli alloggiamenti della truppa. Qui possiamo ancora vedere i resti di una cappelletta, le cui colonnine in marmo sono state di recente distrutte da atti vandalici.

Nell’autunno del 1958, parte di esso è stato concesso in uso alla Guardia di Finanza, che vi realizzò una casermetta per i servizi della guarnigione. Abbandonato dall’autorità militare nel 1981, è stato successivamente preso in consegna dal Comune di Genova, grazie al quale è stato possibile visitarne le strutture; inoltre, al suo interno si svolgono diverse manifestazioni estive.

Visitando l’interno, è possibile vedere i resti del forno, una cisterna non più utilizzata, i lavatoi. L ’altare della cappella è stato distrutto dopo l’abbandono della Finanza. La visita alle sue strutture è possibile, su prenotazione, grazie alla Cooperativa Dafne www.dafnet.it.

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